Spartizione dei ruoli secondo vocazione e specializzazione di ogni struttura cooperativa per riprogettare il sistema e un invito alle farmacie che, grazie alla legge che lo consente, diventano distributori all'ingrosso, a tornare a fare le farmacie per non alimentare fenomeni distorsivi del mercato, come il parallel trade, che lo affondano invece che sostenerlo. Questi alcuni dei messaggi che sono stati ribaditi da Cesare Guidi, presidente di FederfarmaCo, nel corso dell'intervento di all'apertura della I Convention FederfarmaCo - Federfarma Servizi in corso a Poiano (Garda). «La sostenibilità del sistema dipende dal sistema stesso che però volge in una situazione preoccupante, un gigante con i piedi d'argilla». Secondo Guidi, l'uscita da questa empasse va cercata nella specializzazione delle strutture operanti: «Nel nostro mercato c'è chi sa fare bene la logistica e chi sa lavorare sulla fedeltà della farmacia. Da una parte chi ha fatto dell'efficienza distributiva e del referenziamento a magazzino il proprio punto di forza e chi ha messo tutte le sue energie nello sviluppare Reti di farmacie altamente fedeli, con assortimenti comuni e concentrati, con servizi atti a stimolare il traffico in farmacia, affinando la capacità di vendere all'industria "prestazioni di marketing" anziché volumi. Bisognerebbe valutare se questa vocazione che ogni struttura ha non possa essere alla base di una riprogettazione del sistema che vede nel moderno concetto di "divisione del lavoro" la benzina che consente al motore di ripartire. Potremmo pensare un sistema in cui una Centrale distribuisce in tutta Italia attraverso pochi efficientissimi magazzini. Esternalizzare il servizio affidandolo a un operatore altamente specializzato in logistica. O ancora, pensare che qualche Cooperativa faccia logistica per tutti e che le altre si occupino di presidio e sviluppo del mercato». E ha aggiunto: «La redditività del sistema, a partire dalle farmacie, è in contrazione progressiva a causa della riduzione del prezzo dei farmaci etici, mancanza di farmaci innovativi, genericamento delle molecole, farmaci contingentati che sfuggono al mercato italiano. Fenomeno incentivato da meccanismi come quello tedesco, dove lo Stato impone alle farmacie che almeno il 20% del fatturato venga da farmaco importato e che spinge alcuni grossisti e alcune farmacie italiane a intercettare il farmaco innovativo e a immetterlo sul mercato estero sottraendolo ai cittadini italiani, grazie alla legge che consente loro di diventare distributori all'ingrosso. Direi che sarebbe opportuno che le farmacie tornassero a fare le farmacie e non alimentassero fenomeni distorsivi del mercato che lo affondano invece che sostenerlo». Sostegno che secondo Guidi va dato anche rivolgendosi alla propria Centrale per gli acquisti: «Le farmacie si lasciano sedurre sconti e dilazioni delle multinazionali, inseguono la fedeltà all'industria invece che la fedeltà alle proprie centrali, che sono anche, in caso delle Cooperative, le loro aziende. Indebolire la centrale significa ridurre la capacità finanziaria di chi è nato per supportarle. Da un anno all'altro la percentuale di acquisti diretti è aumentata di oltre il 20%».

Fonte: Farmacista33 a cura di Simona Zazzetta

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