No a 21 Italie diverse, maggiore velocità nell'accesso ai farmaci innovativi e remunerazione adeguata per i nuovi farmaci e vaccini. Ecco in sintesi le richieste che l'industria del farmaco italiana, riunita ieri in assemblea pubblica a Roma presso il Teatro Argentina, rivolge alle istituzioni e al Governo per voce del presidente Massimo Scaccabarozzi (foto). Il settore, in Italia, rappresenta un'eccellenza internazionale sul fronte della ricerca, della produzione e dell'esportazione, scontando, però, una diminuzione degli investimenti negli ultimi due anni per l'inefficienza della burocrazia, la tassazione, la complessità della normativa sul lavoro e l'instabilità del quadro regolatorio. «L'Italia detiene il record europeo di vincoli nazionali e regionali per l'accesso all'innovazione» afferma Scaccabarozzi. «Sciogliendo questi nodi le aziende potrebbero investire di più. Chiediamo condizioni di mercato stabili e competitive e diciamo no a 21 Italie diverse e alla frammentazione della politica farmaceutica, origine degli ostacoli agli investimenti e della disomogeneità di accesso alle cure. Oggi assistiamo a una tragica lotteria della nascita, con livelli di assistenza differenziati a seconda delle regioni. Inoltre, un farmaco innovativo arriva in Italia almeno con 210 giorni di ritardo rispetto alla media Ue e sul fronte dei costi bisogna superare la mera logica ragioneristica riflettendo non su quanto viene speso ma su quanto si può risparmiare, come per esempio nel caso dei nuovi medicinali contro l'epatite C. Il titolo V va rivisto: la politica farmaceutica deve ritornare al centro e quindi al ministero della Salute e all'Aifa il cui organico va potenziato, attingendo da una maggiorazione delle tariffe che le aziende farmaceutiche pagano per l'autorizzazione all'immissione in commercio dei medicinali».
Fonte: Farmacista33 a cura di Simona Zazzetta

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