Steroidi, anoressizzanti e principi attivi per la cura della disfunzione erettile. Sono queste le categorie di farmaci principalmente coinvolte in un mercato contraffatto e parallelo alimentato da vere e proprie organizzazioni criminali che utilizzano canali non autorizzati alla vendita (palestre, beauty center, sexy shop) e la rete internet per la pubblicizzazione, la distribuzione e l'acquisto. Un fenomeno che ha costretto le autorità europee a rivedere le normative di controllo, prendendo a modello quelle italiane che ci consentono di avere un'efficiente rete legale di produzione e distribuzione dei farmaci. «Le stime Oms indicano un'incidenza media europea di farmaci illegali dell'1% e un preoccupante 6-7% a livello mondiale, mentre in Italia siamo sotto lo 0,1%, grazie all'efficace protezione della filiera legale garantita dal sistema di tracciatura del farmaco» afferma Domenico Di Giorgio, dirigente dell'Unità prevenzione e contraffazione dell'Aifa nel corso dell'incontro promosso ieri a Roma dall'Anifa. «Chi vende farmaci contraffatti fa leva su due elementi. Innanzitutto la confusione che fa chi compra tra automedicazione e autoprescrizione e perciò viene indotto ad acquistare direttamente farmaci che invece richiedono la ricetta medica. In secondo luogo, l'offerta illegale viene sempre accompagnata da un catalogo ampio che comprende integratori e prodotti di automedicazione rafforzando l'impressione di legalità del sito». Sul fronte della lotta ai farmaci contraffatti, nel nostro Paese è attiva una task force, Impact Italia (www.impactitalia.gov.it), che riunisce diverse istituzioni, a partire da Aifa e ministero della Salute, con l'obiettivo di ridurre le zone grigie che creano spazi di business per le organizzazioni criminali e accrescere la consapevolezza del pubblico sui rischi che si corrono quando si confonde l'automedicazione con l'autoprescrizione. (N.M.)
Fonte: www.doctornews.it
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