Approvazioni più veloci di farmaci e sofisticate campagne di marketing potrebbero esporre i pazienti a maggior rischio di eventi avversi. Lo sostiene David Kao, un ricercatore della University of Colorado Health Sciences Center (USA) sulle pagine del British Medical Journal. Il ricercatore ricorda che il Prescription Drug User Fee Act, che la Food and Drug Administration ha emanato nel 1992 per velocizzare gli iter registrativi di nuovi medicinali, ha ridotto il tempo di approvazione da 33,6 mesi in media (relativi al periodo 1976-1986) a 16 (1997-2002). Tuttavia, la velocità con cui un farmaco viene immesso sul mercato è proporzionale all'eventualità di dover inserire, successivamente, avvertenze sulla sicurezza, o di doverlo ritirare dal mercato. Ma Kao, fa anche notare che tutte le tecniche di marketing utilizzate dalle aziende farmaceutiche potrebbero essere impiegate per avvertire i pazienti dei possibili rischi, mantenendo allo stesso tempo la velocità con cui si rendono disponibili nuovi prodotti.
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