Roma, 1 luglio 2008
Sì a una eventuale legge che obblighi le industrie farmaceutiche a rendere pubblici la quantità e il tipo di omaggi fatti ai medici. A dirlo è il 68% dei circa mille americani intervistati telefonicamente per un'indagine sul tema, condotta dalla società specializzata International Communications Research per conto del Community Prescription Project, organizzazione che si occupa di combattere i conflitti di interesse proprio in questo ambito. Le aziende del farmaco - ricorda una nota della stessa Community Prescription Project - spendono ogni anno sette miliardi di dollari in regali di vario genere: dalle penne ai viaggi, dai pranzi ai corsi di aggiornamento, fino ai pagamenti per intervenire come esperti in convegni. E la ricerca mostra come la maggior parte degli americani disapprovi anche i più piccoli regali fatti dall'industria, nella convinzione che questo possa influire in primo luogo sulle prescrizioni di medicinali. La pensa così il 52% degli intervistati, anche se il 55% non se la sentirebbe di domandare e informarsi in prima persona sugli 'interessi nascosti' del proprio medico curante. Negli Stati Uniti il Congresso sta discutendo l'approvazione del 'Physician Payments Sunshine Act', normativa che fisserebbe l'obbligatorietà per le compagnie del farmaco di rendere noti tutti i dettagli su pagamenti od omaggi fatti a beneficio di medici, con multe per chi non rispetta queste regole e un database con accesso pubblico. Gli Stati di New York e del Massachusetts stanno considerando anche proposte legislative più severe, con il divieto di alcuni tipi di regali ai camici bianchi. E proprio a questo proposito, gli americani hanno espresso la loro opinione: secondo l'86% dovrebbero essere vietate le cene gratuite, per l'80% i pagamenti per la partecipazione ai convegni, per il 70% i gadget come penne o blocchi e per il 62% anche la partecipazione gratuita a corsi di aggiornamento o formazione.
Fonte
Adnkronos Salute
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