Roma, 12 giugno 2008 

Truffare il Servizio sanitario nazionale attraverso i rimborsi, come è accaduto nella vicenda della clinica S. Rita di Milano, è più facile speculando sui pazienti deceduti. Parola di Americo Cicchetti, ordinario di organizzazione aziendale all'università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. ""Le maggiori ruberie - spiega l'esperto a margine del convegno 'Il no profit nell'assistenza ospedaliera in Italia: riflessioni a trent'anni dalla legge 833/78' - si fanno proprio sui pazienti poi deceduti. Su di loro - rivela - si caricano più DRG, per ottenere rimborsi maggiori. Tanto che - aggiunge - in gergo si definiscono 'DRG creep'"". In pratica, dice Cicchetti, quando un malato muore gli si aggiungono sulla cartella clinica prestazioni aggiuntive che servono per fare cassa. ""Lo sa bene chi effettua i controlli: le cartelle dei defunti sono un nodo critico da tenere sotto osservazione"". Per l'economista la vicenda al centro delle cronache ""è tanto più paradossale in quanto in Italia la Regione Lombardia è senz'altro quella che ha i sistemi di controllo più sviluppati"". Quindi la previsione tutt'altro che tranquillizzante: ""Sono convinto - dice - che se si andasse a fondo con indagini analoghe nel resto d'Italia si troverebbero casi analoghi anche altrove"". Sul versante dei controlli Cicchetti ricorda come ""lo stesso ministro della Sanità Elio Guzzanti, durante il cui mandato fu introdotto il sistema nel 1996, aveva subito espresso la necessità di definire le modalità per migliorare e aggiornare di continuo il sistema di controllo"". Un meccanismo che si dovrebbe attuare, ricorda l'economista, ""attraverso l'aggiornamento delle tariffe, dei sistemi di patologia, dei rimborsi e dei controlli"". Quindi ricorda che ""negli Usa, che per primi hanno sperimentato il sistema dei DRG, i controlli vengono effettuati da agenzie terze, che incrociano le informazioni delle cartelle cliniche e delle schede di dimissioni in base a complicati algoritmi in grado di evidenziare, laddove ce ne fossero, le incongruità"".  

Fonte
Adnkronos Salute

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