Villasimius, 12 ottobre 2007

E' giusta la  rivendicazione dei medici di famiglia per l'autonomia nella gestione del farmaco. Il camice bianco, infatti, ""non può essere estromesso per motivi falsamente economici dalla scelta del medicinale per la cura  del suo paziente"". A dirlo è il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, che al congresso nazionale della Federazione dei medici di  famiglia (FIMMG) ha apprezzato la presa di posizione del sindacato,  che aveva chiesto ""pieno controllo sull'uso del farmaco"" contro gli  eccessivi limiti prescrittivi imposti per legge. ""Abbiamo un sistema - spiega Dompè a Villasimius (Cagliari) -  fortemente imperniato sul medico. Il camice bianco ne è la spina  dorsale"". E non può essere estromesso dalla scelta terapeutica per  ""presunti motivi di controllo di spesa"". Una giustificazione che,  secondo Dompè, non è confermata dai dati. Il paziente italiano, per  quanto riguarda la spesa farmaceutica pubblica, ""costa - considerando  i dati del 2006 - circa 210 euro pro-capite l'anno, contro la media  europea di 274,5 euro. Nel Regno Unito si spendono 245 euro, in Spagna 234, in Germania 290 e in Francia 309"". Pretestuose, dunque, secondo  il presidente di Farmindustria, anche le accuse ai medici sulle troppe prescrizioni: ""Questi numeri europei le smentiscono"". Dompè tiene a sottolineare, inoltre, che non c'è nessun pregiudizio di Farmindustria sull'uso dei generici. Anzi. ""Se il generico di qualità - continua -  serve a far ridurre la spesa pubblica e liberare risorse per i farmaci innovativi, va benissimo. Ma chiediamo che vengano prescritti con  cognizione di causa, che quindi la scelta sia lasciata al medico e non a regole impositive. Ci deve essere coerenza nella gestione  complessiva della salute"".   

 

Fonte

Adnkronos Salute   

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