Milano, 16 giugno

Un dibattito aperto tra medici ed economisti sull'appropriatezza prescrittiva: la scelta di una terapia con il miglior rapporto costo-beneficio, elemento 'chiave' sia per la salute del paziente sia per quella del SSN. Un confronto sul tema è in programma a Napoli il 22 e il 23 giugno, con il Congresso nazionale 'Controversie in patologie cardiovascolari', organizzato dal Dipartimento di Medicina clinica e scienze cardiovascolari dell'università degli Studi Federico II. Le regole d'oro per ottimizzare la spesa farmaceutica nazionale, e risparmiare risorse da reinvestire per il bene dei malati, sono state discusse nei giorni scorsi a Napoli in un incontro di presentazione del convegno. Relatori Bruno Trimarco, vice presidente della Società italiana dell'ipertensione arteriosa, direttore della Cattedra di Cardiologia ell'ateneo campano e responsabile scientifico della 'due giorni'; Lorenzo G. Mantovani, ricercatore e responsabile del CIRF (Centro interdipartimentale di ricerca in farmacoeconomia e farmacoutilizzazione presso la Facoltà di Farmacia dell'università Federico II) e vice presidente della Società italiana di risk management, e Francesco Rossi, rettore della Seconda università di Napoli e direttore della Cattedra di Farmacologia clinica dello stesso ateneo. Tema centrale le malattie cardiovascolari, responsabili del 40% dei decessi registrati nel nostro Paese. Ogni anno, infatti, circa 130 mila italiani sono colpiti da infarto e 33 mila muoiono. E ogni giorno si contano 250 ictus, letali in fase acuta nel 20% dei casi. L'incontro ha evidenziato in prima battuta l'importanza di ridurre i livelli di colesterolo fino a raggiungere specifici target terapeutici: 100 mg/dL di colesterolo 'cattivo' Ldl nei pazienti ipercolesterolemici ad alto rischio, e 70 mg/dL nei pazienti a rischio molto elevato. Tutti questi cittadini, secondo la nota 13 AIFA, hanno diritto al rimborso della terapia anti-colesterolo. In riferimento all'appropriatezza economica, poi, si possono individuare due popolazioni: pazienti a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato, con livelli di colesterolo Ldl basale più alti e per i quali è necessaria una riduzione dei valori superiore al 40%, e pazienti con livelli basali non particolarmente elevati, che devono puntare a un calo di valori pari al 20-40%. Nel primo gruppo, più ampio, l'obiettivo terapeutico è raggiungibile con statine più recenti e più efficaci, mentre nel secondo gruppo sono ritenute sufficienti anche statine meno recenti e meno efficaci.

Fonte
Adnkronos Salute

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