Il TAR della Calabria ha accolto il ricorso di AstraZeneca contro la disposizione regionale che prevedeva il rimborso completo del solo lansoprazolo generico
La vicenda era cominciata in Liguria, ma rapidamente si è estesa anche ad altre Regioni, quelle alle prese con i piani di rientro dal deficit sanitario. Si tratta della questione dell'equivalenza per ATC, come era stata subito battezzata. In pratica, nella normativa ligure si introduceva il concetto che tutti gli inibitori di pompa protonica potessero essere considerati equivalenti, quindi, al fine del contenimento della spesa, il servizio sanitario regionale avrebbe coperto al 100% soltanto l'unico farmaco per il quale è disponibile un generico, il lansoprazolo, imponendo al cittadino il pagamento della differenza di prezzo con quest'ultimo.
L'esempio è stato rapidamente seguito da Calabria e Lazio. Molte le obiezioni sollevate a suo tempo e di diversa natura. Da una parte molti medici hanno opposto che esistono differenze piuttosto notevoli in termini di efficacia e di tollerabilità, legate anche a variabilità di risposta individuale. Da parte dell'industria, ma anche degli esperti di farmacoeconomia, si è fatto presente che provvedimenti di questo genere in primo luogo violavano il principio del prezzo di riferimento e, ancora prima, andavano a intervenire su un LEA (Livello essenziale di assistenza) creando di fatto un trattamento differente per i cittadini di alcune regioni.
Le aziende hanno presentato opposizione avanti ai tribunali amministrativi regionali. E oggi appunto vi è la prima pronuncia, favorevole al ricorrente, la casa farmaceutica AstraZeneca. Con l'ordinanza numero 248/2007 il TAR della Calabria ha ""ha accolto la domanda di sospensiva per l'annullamento delle deliberazioni di giunta regionale del 13 febbraio 2007 n° 93 e del 28 dicembre 2006 n° 928, nella parte in cui dettano disposizioni afferenti alla categoria dei farmaci ATC A02BC degli inibitori di pompa acida"".
Questa è la prima deliberazione sulla materia, ma non l'unica attesa. Infatti anche al TAR del Lazio sono state presentate richieste analoghe da parte della stessa AstraZeneca ma anche di Altana Pharma e Almirall, alle quali dovrebbe unirsi la Bracco.
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