Roma, 26 marzo 2007

Secondo Federfarma di Rieti, guidata da Corrado Caramagno, a pagare le conseguenze delle misure di contenimento della spesa farmaceutica saranno soprattutto ""le farmacie e la popolazione rurale e montana della provincia di Rieti"". E ciò nonostante si tratti di una ""provincia che poco o nulla ha contribuito allo sforamento della spesa farmaceutica che, come è noto, è di fatto generato dalle otto Asl romane, uniche responsabili del 'buco' che tutti i cittadini sono oggi costretti a ripianare"". ""Assurdo e incomprensibile - scrive Federfarma Rieti in una nota - è il far sopportare ai cittadini residenti nei Comuni montani della Provincia di Rieti, in particolare gli anziani e i malati, costi sociali inimmaginabili per i residenti nei grandi centri urbani, costi assolutamente non considerati dagli amministratori regionali. E quel che più rammarica è il fatto che ""l'Asl di Rieti è da sempre tra quelle che spendono meno in tutta la Regione"". I meccanismi 'sotto accusa' prevedono l'introduzione della distribuzione diretta e della distribuzione per conto di alcuni farmaci. ""Nella provincia - ricorda la Federfarma locale - attualmente la distribuzione avviene solo a Rieti. Questo meccanismo è discriminatorio per la nostra gente che vive lontano da queste strutture ed è costretta percorrere anche 150 Km per poter avere farmaci che, in molti casi, per rimanere efficaci devono essere conservati in frigorifero"". Ma Federfarma Rieti punta il dito anche contro la distribuzione per conto. Troppo lunghi, infatti, i tempi necessari affinché il paziente entri in possesso del farmaco. Nonché sul ticket di 12,20 euro previsti per gli inibitori di pompa protonica.

Fonte
Adnkronos Salute

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