Roma, 5 febbraio 2007

Critiche alla ""rigida chiusura espressa da Federfarma nazionale sulla segnalazione dell'Antitrust sui vincoli relativi all'apertura al pubblico delle farmacie"", ovvero orario d'apertura massimo quotidiano o settimanale di ogni esercizio, limite minimo di giorni di chiusura per ferie annuali, imposizione della chiusura domenicale o per festività, uniformità degli orari d'apertura. Ad esprimere contrarietà nei confronti della posizione di Federfarma nazionale sono le associazioni regionali dei titolari di farmacie di Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Calabria e Marche. Secondo le cinque associazioni, ""il categorico 'no' espresso da Federfarma nazionale non è, infatti, in linea con lo spirito del recente protocollo d'intesa siglato tra la Federfarma e il ministero della Salute, che si propone il pieno rilancio della farmacia quale presidio insostituibile del Servizio sanitario nazionale anche attraverso l'ampliamento delle sue funzioni di assistenza al cittadino nell'ambito delle strutture e dei servizi della medicina territoriale. Né, tanto meno, con l'appropriata osservazione formulata dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) che, pur sottolineando il fatto che le farmacie effettuano turni a garanzia del servizio, si dichiara favorevole a una rivisitazione della normativa per tenere in considerazione le mutate esigenze dei cittadini. Occorre infatti introdurre, o quantomeno esaminare la possibilità di farlo - proseguono le associazioni regionali - elementi di flessibilità nel sistema per dare risposte coerenti a una domanda di salute che in questi anni è molto cambiata, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo''.

Fonte
Adnkronos Salute

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