Milano, 16 giugno 2006

Più limiti alla pubblicità su nuovi farmaci e dispositivi medici rivolta direttamente ai consumatori. A lanciare l'appello all'agenzia regolatoria statunitense Food and drug administration (FDA) è l'American Medical Association (Ama). Secondo l'Ama, infatti, troppe volte le industrie promuovono i loro prodotti prima che ne siano state dimostrate l'efficacia e la sicurezza. Col risultato che, molto spesso, i pazienti si presentano in ambulatorio e chiedono di assumere il nuovo medicinale di cui hanno sentito parlare o l'ultima arrivata fra le apparecchiature. Una situazione di cui i medici sono stanchi. E per questo chiedono alla Fda di stabilire un  periodo di mortatoria, a partire dall’approvazione del prodotto, prima dell’inizio delle campagne rivolte al consumatore. Secondo l'Ama, l'ente regolatorio dovrebbe anche pre-approvare ogni tipo di messaggio al consumatore, assicurandosi che si basi su studi clinici, sottolineando il rapporto tra rischi e benefici, e definendo le avvertenze sui possibili effetti collaterali in modo che siano veramente chiare e comprensibili.

Fonte
Adnkronos Salute


Articoli Correlati

Da farmaci contraffatti perdite per 10 miliardi euro e 38 mila posti di lavoro

La presenza di farmaci contraffatti nel mercato Ue provoca ogni anno alle aziende farmaceutiche che agiscono nel rispetto della legge una perdita...

Rapporto biotech: 202 farmaci disponibili e 324 in sviluppo

Tra grandi medie e piccole sono 211 le aziende italiane di farmaci biotecnologici che danno lavoro a 3.816 addetti con un fatturato complessivo di...

DDL Lorenzin, audizione Fofi: sconfezionare farmaci per allestire galenici

La possibilità di sconfezionare farmaci per allestire preparazioni galeniche tagliate su misura per i pazienti l'aggiornamento del tariffario...

Biosimilari, l'approccio europeo: sicurezza nella flessibilità

Per garantire la diffusione in tempi ragionevoli di soluzioni terapeutiche innovative a costo ridotto occorre cercare un equilibrio flessibile...

comments powered by Disqus