Roma, 22 giugno
Il 2004 anno 'difficile' per l'industria farmaceutica italiana. Le imprese hanno 'vissuto', infatti, un ulteriore peggioramento del quadro economico-finanziario, confermando una tendenza negativa gia' in atto nel biennio 2002-2003. La crescita del mercato 'tricolore' nel
Questi alcuni 'numeri' del rapporto sull'evoluzione del settore farmaceutico nel 2004, diffusi oggi da Farmindustria, in occasione dell'Assemblea Generale dell'associazione, in corso a Roma nella sede della Confindustria. ''Le imprese del farmaco - si legge nel rapporto - sono una parte importante del 'made in Italy' del futuro perché si distinguono per l'occupazione qualificata (70% di laureati o diplomati) e per la spiccata propensione verso la ricerca e l'innovazione. E' quindi un settore su cui puntare per la crescita del Paese e per avere un ruolo nell'economia della conoscenza, massima priorità per lo sviluppo dell'Unione Europea. Un obiettivo - si legge ancora - che si può raggiungere solo con un quadro legislativo stabile e favorevole alla crescita di medio e lungo periodo per invertire il trend negativo che dura ormai da tre anni''. In cifre, nel 2004, il mercato del farmaco in Italia è cresciuto del 3,1% rispetto al 4,9% della Francia, all'8,5% del Regno Unito, al 6,8% della Spagna, al 5,4% degli Usa, al 4,5% del Giappone e allo 0,5% della Germania. E dal 2002 il nostro paese è quello con la crescita inferiore ai Paesi più avanzati. Le esportazioni sono in leggero calo (-2,2% nel 2004, -6,1% dal 2002) e il saldo con l'estero peggiora notevolmente (per i medicinali nel 2002 +1515 milioni di euro, nel 2003 +763, nel 2004 +541 milioni di euro).
I prezzi, già tra i più bassi in Europa (-24% rispetto alla media), sono diminuiti dell'1% nel 2004 e del 5% dal 2002. ''Tale situazione è particolarmente penalizzante per le industrie farmaceutiche tanto sul fronte interno, perché nello stesso periodo in Italia l'inflazione è stata del +5% - si legge nel Rapporto - quanto rispetto agli altri Paesi, dove dal 2002 i prezzi dei farmaci sono diminuiti molto meno''. Quanto alla spesa farmaceutica totale (pubblica e privata) rimane più bassa rispetto alla media europea: Italia 323 euro pro-capite, contro 493 della Francia, 444 della Germania e 401 del Regno Unito. La spesa pubblica è cresciuta nel 2004 (+8%) ma dopo la flessione del 2002-2003 torna ai livelli del 2001, inferiori a quelli degli altri Paesi europei (Italia 207 pro-capite, Francia 315, Germania 247, Regno Unito 260). La redditività delle aziende ha subito un calo del 20% rispetto al 2003, che raggiunge il 30% se confrontata con quella del triennio 1999-2002. Determinante in questo senso è stata l'introduzione dello sconto del 6,8% del prezzo dei farmaci rimborsabili (fissato per decreto a giugno 2004), che ha comportato una sottrazione di profitti lordi di circa 260 milioni di euro. ''Si tratta dell'ultimo di nove provvedimenti - sottolineano gli industriali - che in tre anni e mezzo hanno fatto gravare sulle imprese farmaceutiche un onere complessivo di 3,5 miliardi di euro''.
Qualche segnale positivo si registra negli investimenti fissi (+2%) e soprattutto nell'area della Ricerca e Sviluppo. Nel 2004 le aziende hanno speso in R&S 839,4 milioni di euro, il 9,7% in più rispetto al 2003, un incremento superiore a quello della media industriale (5%) e doppio rispetto a quello della media nazionale.
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