Roma, 14 giugno

Si' a un patto fra industria farmaceutica e istituzioni. Si' a un programma condiviso che dia vita a una politica del farmaco capace di bilanciare le due facce della medaglia: da un lato la spesa pubblica e dall'altro lo sviluppo aziendale e il rilancio della ricerca biomedica. A parlare e' Federico Nazzari, presidente di Farmindustria, che esprime apprezzamento per ''l'apertura'' del ministro della Salute, Francesco Storace, verso la realizzazione di un 'patto con l'industria', proposto nei giorni scorsi. Storace aveva in proposito citato alcune 'misure', come la moltiplicazione del premium price per le aziende che investono in farmaci innovativi o norme contenute nel decreto sulla competitivita'. Misure apprezzate dal 'numero uno' degli industriali farmaceutici, con l'auspicio che ''si tratti di un punto di partenza verso un programma comune''. ''Un programma che rappresenti una 'tregua d'armi' per l'industria, bersagliata da provvedimenti quasi trimestrali, tutti punitivi e con impatti negativi sulle imprese''. ''Un passo avanti per l'industria - ribadisce Nazzari - per la quale pero' l'obiettivo resta quello di interventi strutturali, di meccanismi automatici di incentivazione, come un credito d'imposta per gli investimenti in ricerca, oltre che l'abolizione dell'Irap, in primo luogo per i ricercatori''. Nel decreto sulla competitività, Nazzari individua ''alcuni spunti positivi'', come quello che ''trasforma i finanziamenti a fondo perduto, sparsi nei vari ministeri, in un fondo rotativo, il 30% del quale riservato a progetti di ricerca in generale. Si tratta di un passo avanti - ammette - anche se, dato il basso costo del denaro, i finanziamenti agevolati hanno oggi meno 'appeal' di quanto potevano averne 10 anni fa''. E ancora: la parte relativa alle cosiddette liberalita', ovvero quella che rende integralmente deducibile dal reddito imponibile l'erogazione fatta a favore di universita' o enti di ricerca, prima solo in piccola parte detraibile. ''Anche questo - commenta Nazzari - e' un modo per indurre le imprese a fare accordi di ricerca o erogazioni liberali, ma si tratta comunque di incentivare atti di mecenatismo. Agevolazioni che ben vengano, ma non risolvono certo il problema''. Quanto poi al premium price, che Storace aveva proposto di quintuplicare, il presidente di Farmindustria ricorda che ''pesa molto poco, e ha un valore puramente simbolico''. Nazzari vede positivamente eventuali aumenti, ''ma - puntualizza - credo che il ministro l'abbia usato come simbolo dell'apertura verso un ragionamento ad ampio raggio. E se e' tale, lo apprezziamo''. Ma ''chiediamo di cominciare a discutere di politica industriale farmaceutica e non solo di spesa pubblica. Una politica di lungo raggio che non ragioni piu' per provvedimenti d'emergenza, come accaduto nei primi anni di questa legislatura. Altrimenti - conclude - si rischia di 'perdere il treno' nel campo della ricerca e della competizione industriale con gli altri paesi''.

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