Milano, 9 febbraio 2007

Uno stabilimento chiuso entro fine 2007, con il taglio di 65 posti di lavoro. E un altro destinata alla 'serrata', per un totale di ulteriori 480 impieghi a rischio. Risultato: 545 dipendenti in meno entro il 2009. Questi i programmi del colosso americano Pfizer in Irlanda. Due settimane fa il primo gruppo farmaceutico mondiale aveva annunciato l'intenzione di ridurre di 10 mila persone la sua forza lavoro, con la chiusura di almeno cinque stabilimenti a livello globale. E ora, in linea con quanto anticipato, l'azienda inizia a 'mettere mano' alle fabbriche irlandesi della cittadella industriale di Ringaskiddy, County Cork. Terry Lambe, vice presidente Pfizer per la produzione in Irlanda e Singapore, ha spiegato la situazione ai 2.200 dipendenti degli stabilimenti di Ringaskiddy. In quest'area e a Dun Laoghaire, periferia Sud-Est di Dublino, la società dovrebbe comunque mantenere altre quattro strutture. Ai lavoratori a rischio e alle loro famiglie la promessa del ministro del Lavoro, Michael Martin: ""La nostra priorità, in collaborazione con la Irleand's Investment and Development Agency (Ida) è di sostenere Pfizer nel tentativo di vendere gli stabilimenti destinati alla chiusura"", così da salvare almeno una parte dei posti di lavoro. ""L'avvento di nuove tecnologie ha cambiato la produzione dei farmaci"", sottolinea Lambe, convinto che ""questi provvedimenti ci consentiranno di rafforzare nuovamente la nostra presenza in Irlanda negli anni a venire"". Sul futuro di Pfizer pesano soprattutto la scadenza di numerosi brevetti e l'attesa concorrenza da parte dei corrispondenti generici, che secondo gli analisti 'eroderanno' il 40% delle vendite Pfizer tra il 2010 e il 2012.

Fonte
Adnkronos Salute