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Dr. Giuliano Zirulia, consigliere AIFI

"L'industria delle medicine - Una rapida storia" di Giuliano Zirulia, consigliere AIFI, il volume Edra pubblicato a giugno che ripercorre la storia dell'industria farmaceutica nazionale e internazionale.

Il volume racconta, con numerosi e interessanti dettagli, la nascita, lo sviluppo ormai bisecolare e le più recenti trasformazioni del mondo industriale del farmaco. Le carrellate storiche, rivolte al trascorrere del tempo e ai principali eventi farmaceutico-industriali che caratterizzano a livello mondiale le diverse epoche, si alternano con discese verticali nelle storie delle singole aziende, con i loro prodotti e i loro personaggi di maggior spicco.

L'autore Giuliano Zirulia affronta alcuni passaggi chiave del passato che tracciano una chiara linea evolutiva verso il futuro dell'industria farmaceutica.

D- In quasi due secoli di storia dell'Industria farmaceutica, quali sono stati i momenti cruciali?

R- Tra le svolte decisive della storia di questa industria, indicherei, nei primi decenni dell'Ottocento, la nascita delle sue fabbriche, delle sue strutture industriali, una nuova realtà che si distingue subito da quella delle singole preparazioni galeniche, fino a quel momento effettuate dal farmacista su ricetta del medico.
Su un altro piano, gli anni a metà del XIX secolo ci hanno dato la possibilità di realizzare con sintesi chimiche i principi attivi terapeutici in precedenza ottenuti soltanto con estrazione a mezzo di solventi da vegetali o da organi animali.
Con la sintesi chimica si son potute inoltre creare nuove sostanze, potenziali principi terapeutici con strutture molecolari fino ad allora sconosciute, pronti per la sperimentazione.
Fu sovente attraverso la messa a disposizione di nuovi principi attivi che vennero vinte, dapprima le battaglie per l'anestesia chirurgica e poi quelle per assopire il dolore, abbassare la febbre, vincere l'insonnia.
Negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento si sviluppò invece la lotta contro le malattie infettive, attraverso la scoperta dei sieri e dei vaccini, riprodotti in grande quantità dalle industrie; oppure a mezzo di nuove sostanze chimiche capaci di colpire i batteri senza danneggiare l'organismo che, suo malgrado, li ospita.
La lotta contro la sifilide è il simbolo di questo punto cruciale della storia dell'Industria farmaceutica, che, non dimentichiamolo, ha sempre attivamente collaborato con scienziati "esterni" ed Università, nella messa a punto dei farmaci d'avanguardia.
Continuando questo percorso, possiamo citare, per il periodo susseguente alla Prima Guerra mondiale, la scoperta e il lancio industriale dell'insulina, una vera svolta nella lotta al diabete, e poi la graduale produzione delle diverse vitamine, quella degli ormoni e, negli anni Trenta, la scoperta dei sulfamidici, contro diversi tipi d'infezione.
Con la seconda Guerra mondiale ci fu l'accelerazione sugli antibiotici, a partire dalla penicillina, la cui idea non sviluppata giaceva nel cassetto dal 1928.
Nel secondo dopoguerra si accentuò, particolarmente nei paesi dove l'Industria era più abituata a collaborare nelle ricerche con l'Università, la capacità dell'Industria stessa di scoprire, sviluppare, produrre e lanciare sul mercato nuove classi terapeutiche, dai corticosteroidi antinfiammatori alle sostanze anti-TBC; dagli ansiolitici agli antidepressivi, capaci di svuotare i manicomi; dai contraccettivi agli antipertensivi; dagli antiretrovirali a decisi rimedi respiratori e a diverse altre classi terapeutiche che interessano neurologia, gastroenterologia, cardiologia, reumatologia, oncologia e altri settori ancora.
Una svolta determinante, che segnerà nei prossimi anni la storia dei farmaci e sta già costringendo le industrie ad imboccare la nuova via obbligata del futuro, è comunque quella che indirizza all'uso delle biotecnologie, ad esempio con l'ingresso in terapia degli anticorpi monoclonali.
Da un punto di vista politico-commerciale, possiamo considerare come una lunga fase cruciale dell'industria farmaceutica, durata almeno mezzo secolo a partire dagli anni Sessanta del Novecento e non ancora conclusa,, quella delle acquisizioni, fusioni e cessioni, che ha sovente trasformato gli schieramenti delle forze in campo, in tutto il mondo.
Un ulteriore crocevia dell'industria del farmaco, che vorrei mettere in rilievo, è infine quello della nascita dei CRO (Contract Research Organizations) negli ultimi tre decenni: la ricerca avviata e sviluppata da aziende superspecializzate e vocate a questo specifico compito. Che fra l'altro hanno capito la necessità di mantenersi estremamente snelle e articolate, altrimenti ricadrebbero nelle limitazioni di fantasia e di risultati che la struttura mastodontica impone proprio ai loro clienti "Big".

D- Acquisizioni, fusioni, cessioni hanno animato il XX secolo e anche l'inizio del XXI. Quali sono le caratteristiche che rendono un'impresa duratura e di successo, ieri come oggi?

R- E' difficile descrivere i connotati "a priori" delle aziende "vincenti", quelle che hanno mantenuto e imposto il loro nome dopo l'acquisizione, concordata oppure ostile che fosse, di un'altra azienda. Si possono solo esaminare i singoli casi e constatare i risultati.
Ovviamente non si potrà negare che chi assorbe un'altra ditta ha validi motivi per farlo: allargare il mercato, assicurarsi un prodotto promettente, semplicemente investire in modo corretto dei capitali.
Mentre chi si fa assorbire e perde il nome, salvo casi di acqua alla gola, è tutto sommato qualcuno che sta al gioco: rinuncia a continuare "quel torneo" e stringe fra le mani tornate libere parecchio denaro. Pronto ad impegnarlo in altro modo.
Dentro alle aziende, però, ci sono persone: potremmo quindi esprimere un giudizio "a posteriori" dicendo che le ditte durature e di successo hanno avuto nelle loro maggiori posizioni direzionali una catena mai interrotta di persone capaci di gestire e magari di ispirare un messaggio di continuità, proveniente dalla storia aziendale e dalla proprietà attuale. Dando per scontata la disponibilità economica correttamente gestita ed il guizzo scientifico e industriale, con leggera carezza della fortuna.

D- La storia delle Industrie è stata molto spesso una storia di persone. Chi a suo avviso ha inciso maggiormente sull'evoluzione del settore?

R- Sono tanti i nomi che si potrebbero fare. Quelli dei primi coraggiosi industriali dell'Ottocento o quelli legati alle grandi svolte del Novecento. Ciascuno ha portato il suo contributo, quasi sempre positivo.
Lo stesso dicasi per gli scienziati del farmaco nelle Industrie e nelle Università. E non dimentichiamo i legislatori, che hanno sovente corretto e indirizzato problematiche situazioni di sicurezza dei farmaci.
D'altra parte nel testo del libro sono citate moltissime persone, con la loro partecipazione alla battaglia contro le malattie. Lasciamo ai lettori appassionati la libertà di stilare la loro classifica.

D- Quali sono le più importanti sfide che il settore deve affrontare nei prossimi decenni?

R- L'Industria farmaceutica è già tornata da qualche anno a scuola, sui banchi di Biotecnologia, una materia che non aveva mai studiato perchè prima non esisteva.
Sta succedendo qualcosa di simile a quanto accadde a metà Ottocento con la Chimica, che solo in quegli anni potè cominciare ad offrire un formidabile sostegno alla scienza dei farmaci.
La concorrenza fra industrie diventerà sempre più ardua perchè le tecnologie più avanzate si diffonderanno, in tempi brevi, a molti livelli di potenza industriale e in tutto il mondo.
Naturalmente le diverse tipologie dell'Industria avranno particolari tesori da difendere nei confronti di ditte e settori in competizione: chi si batterà per marchi e brevetti e chi per la libertà di produrre generici. Altri problemi verranno dai costi di ricerca e di sperimentazione dei farmaci, nonché dai requisiti di sicurezza giustamente pretesi dalle Autorità.
Infine aleggerà il celebre "chi paga?", una domanda sempre più scottante in una società dove la ricerca importante riguarderà farmaci costosissimi, l'età media cresce continuamente e tutti ragionevolmente chiederanno, ad ogni meridiano e parallelo, di essere curati.

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